La nuova sede

Un punto di svolta della storia di Madame Pivot è stato sicuramente il trasferimento nella sede attuale di Ponte a Ema, alle porte sud di Firenze. Dalle prime produzioni casalinghe al presente show room c'è stato un passaggio intermedio, il cosiddetto “garage magazzino” sotto casa, che è degno di menzione in quanto rito di iniziazione obbligatorio, da cui pare non si scampi se si vuol spiccare il volo per benino. Insomma, se Bill Gates, Steve Jobs e Jeff Bezos hanno cominciato in un garage, anche a Leonardo Chellini sarà parso saggio e promettente rinchiudercisi per un po’.
Dopo qualche anno pigiati tra anguste file di scaffali, sono cominciati i sogni di gloria ed espansione. C’erano tante realtà interessanti là fuori, clienti e nomadi del tango che sarebbe stato bello ospitare in ambienti più consoni e accoglienti, una logistica in espansione con nuove esigenze, e soprattutto il richiamo della green revolution!
Essendo sempre stati sensibili alle esigenze dell’ambiente, se bisognava spostarsi, bisognava farlo bene, ficcando il naso nelle nuove tecnologie e sollevando un polverone verde. L’aiuto di un lungimirante amico architetto e di un consulente di CasaClima hanno innescato un maxi progetto piuttosto impegnativo, ma anche molto divertente ed appagante, con un obiettivo ambizioso: diventare il primo caso italiano di edificio artigianale con classe energetica A!
Chi fosse interessato ai dettagli sugli interventi e le operazioni necessarie al raggiungimento del traguardo può approfondire leggendo l’articolo in foto… al lettore frettoloso non sfugga almeno il bel tubo di rame all’angolo indicato dal nostro Chellini, soddisfattissimo al termine dei lavori. In realtà la foto cela l’altra metà della posa da Tony Manero di chi è pronto ad agguantare le scarpe ed uscire a godersi finalmente il sabato sera… in milonga ovviamente!!